In autostrada solo una stazione su cinque consente la ricarica veloce

15 Settembre 2023 Marco Ventimiglia


Il report di InsideEVs.it evidenzia una crescita ancora insufficiente della rete italiana di ricarica autostradale con squilibri fra Nord e Sud

Un raddoppio delle dimensioni di rete nell’arco di un solo anno può apparire un dato incontestabilmente positivo. Ma in realtà, trattandosi della rete italiana di ricarica autostradale, la situazione è molto più problematica di quanto si potrebbe invece pensare fermandosi a questo numero. A spiegarci il perché c’è il recente report annuale “La mappa delle colonnine in autostrada 2023”, realizzato da InsideEVs.it, una testata specializzata nella mobilità elettrica.

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Ricarica a media/alta potenza

L’analisi prende in considerazione esclusivamente le colonnine dislocate all’interno delle stazioni di servizio autostradali, concentrandosi su quelle in corrente continua ad alta potenza (HPC, High power charger), cioè da 100 kW in su, oltre che sulla fascia intermedia da 50 a 100 kW. Del resto non si tratta di una scelta arbitraria, perché sono proprio queste tipologie di ricarica a media/alta potenza a rendere praticabile il viaggio autostradale con un veicolo elettrico, permettendo di mantenere al di sotto dei 30 minuti la durata del rifornimento energetico e diminuendo al contempo la probabilità di doversi mettere in coda.

Si diceva del raddoppio della rete rispetto alla precedente rilevazione annuale. Nel dettaglio, le aree di servizio elettrificate dislocate lungo le autostrade italiane sono adesso 121 sulle complessive 476. Ma soltanto 92 garantiscono una ricarica ad alta potenza (erogata attraverso 406 punti di ricarica), con un’incidenza percentuale appena del 19%. Uno sviluppo, peraltro, abbastanza squilibrato, dato che circa il 77% della crescita delle aree di ricarica dipende dalle installazioni operate da Autostrade per l’Italia (ASPI), che però gestisce meno della metà della rete autostradale, 3.000 dei 7.000 km totali.

Il dislocamento nelle regioni

Squilibrio che è presente anche a livello territoriale, se è vero che sono dislocate più colonnine di ricarica nelle autostrade di Lombardia ed Emilia-Romagna, le due regioni leader, che in tutte quelle del Meridione. Nel dettaglio, in Emilia-Romagna e Lombardia si trovano rispettivamente 14 e 13 aree di servizio che dispongono di ricarica ad alta potenza (erogata da 58 e 56 punti di ricarica). Al contrario, Basilicata, Molise e Sicilia non hanno alcuna colonnina lungo le rispettive arterie autostradali, mentre Calabria e Friuli-Venezia Giulia sono dotate soltanto di aree di servizio con colonnine non ad alta potenza. “Fuori concorso” la Sardegna, per il semplice fatto che è priva proprio di autostrade.

Alessandro Lago, il direttore di InsideEVs.it , sottolinea che “se si vuole superare la diffidenza degli italiani nei confronti dell’auto elettrica, bisogna completare con urgenza l’infrastrutturazione delle autostrade, in quanto simbolo della nostra libertà di viaggiare. Il governo dovrebbe tenerlo bene a mente, partendo dal presupposto che c’è in gioco l’interesse pubblico alla transizione energetica e che le autostrade sono un bene pubblico al servizio dello sviluppo del Paese. Le norme che recepiscono le direttive europee esistono, ma non sono efficaci perché non contemplano sanzioni per le concessionarie autostradali che non rispettano le scadenze”.

 

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.