Le aziende guardano con sempre più interesse all’economia circolare

13 Gennaio 2025 Marco Ventimiglia


Quasi la metà delle imprese analizzate nel Circular Economy Report 2024 ha adottato almeno una pratica circolare. Crescono i finanziamenti e gli investimenti

L’economia circolare è importante ma, trattandosi di una materia ancora giovane in Italia, è altrettanto importante che venga raccontata in un modo appropriato. Per questo assumono un valore significativo documenti come il Circular Economy Report 2024, lo studio dell’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. Per realizzare la sua quinta edizione è stato coinvolto un campione di oltre 550 imprese, rappresentative del tessuto industriale italiano. Aziende che sono state ripartite in 8 macro settori: mobile arredo, costruzioni, elettronica, impiantistica industriale, tessile, alimentare, autoveicoli e imballaggi.

Le pratiche circolari più diffuse

Il report indica che, pur essendoci ancora un 36% delle imprese che si mostra “scettico” sull’adozione dell’economia circolare, quasi un’azienda su due (il 42%) ha adottato almeno una pratica di economia circolare, mentre un ulteriore 22% del campione ha l’intenzione di integrare pratiche circolari nel proprio business. Per quanto attiene le pratiche di economia circolare attualmente più diffuse, primeggia il Riciclo, indicato dal 60% del campione, seguito dal Design orientato a una facile riparazione (48%) e dal Progettare senza scarti (43%). Invece, tra le pratiche meno applicate si trovano la Riparazione (8%), la “Servitizzazione”, ovvero il passaggio dalla vendita di un prodotto alla fornitura di servizi (22%), e la Riconsegna dei prodotti (28%).

Ma quali sono i principali driver e ostacoli per le aziende italiane nell’adozione dell’economia circolare? Per valutarli nel rapporto viene attribuito un punteggio, da un minimo di 1 ad un massimo di 5, a seconda del valore medio attribuito dagli intervistati ai vari fattori. Tra i principali driver per l’adozione dell’economia circolare emergono la consapevolezza del top management, il ruolo degli incentivi e una regolamentazione favorevole. Al contrario, le imprese considerano fra i maggiori impedimenti l’incertezza e l’incoerenza delle politiche governative, oltre agli elevati costi di investimento e ai lunghi tempi di ritorno sull’investimento stesso.

Investimenti in crescita

Nel Circular Economy Report 2024 non manca un approfondimento sugli aspetti economici legati all’economia circolare. “Il sistema finanziario – si legge – sta indirizzando sempre più i capitali verso gli investimenti che favoriscono l’innovativo modello economico circolare”. Al riguardo, i green bond che sono stati emessi dalle principali banche italiane hanno raggiunto un valore di quasi 8 miliardi di euro, ovvero il 74% in più rispetto all’anno precedente. Un’altra componente finanziaria è la consulenza nell’ambito della sostenibilità. Si stima che alla fine del 2024 questo mercato esprimerà un valore di 800 milioni di euro, vale a dire il 13% dell’intero giro d’affari della consulenza in Italia, con una crescita del 25% rispetto all’anno precedente.

Il lavoro dell’Energy&Strategy è consistito anche nel selezionare 100 storie di aziende entrate con successo nell’economia circolare. Un percorso ottimale che è frutto dell’adozione “di soluzioni circolari che sono allo stesso tempo sostenibili ed economicamente pronte per il mercato”. In particolare, in 76 casi su 100 le imprese sono partite dal riciclo per integrarlo con pratiche di riprogettazione del prodotto. In 34 casi le aziende utilizzano pratiche di riuso, mentre a seguire troviamo la conversione e la riparazione, rispettivamente in 23 e 22 casi. Ed è significativo il fatto che tra le aziende di successo analizzate ben il 73% non ha fatto ricorso a dei finanziamenti pubblici per sostenere l’adozione di modelli circolari.

 

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.