La transizione energetica in atto negli edifici e nelle città

1 Ottobre 2018 Smart Building Italia


Pasquale Capezzuto, Ripartizione Urbanistica ed Edilizia Privata del Comune di Bari – Ufficio Energia e Impianti, presidente dell’Associazione Energy Managers di Bari e membro del Comitato scientifico Smart Building Levante (nella foto) – analizza in questo testo quali sono gli strumenti a disposizione della Pubblica Amministrazione per attivare politiche di efficientamento e risparmio energetico e per la transizione energetica in un contesto di smart city, individuando nell’Energy Manager la figura professionale più idonea ad implementarle.

 

Le città sono chiamate ad assumere gli obiettivi sfidanti derivanti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU e gli obiettivi europei di politica energetica e protezione del clima. Il processo di trasformazione delle città e degli edifici richiede competenze specifiche e figure professionali guida.

Le città rappresentano oggi il problema (centri di consumo energetico, di emissioni di CO2, di congestione ed urbanizzazione), ma anche la soluzione dei problemi locali ma con riflessi globali mediante l’adozione di politiche pubbliche innovative.

Gli obiettivi contenuti nel “Goal 11: Make cities and human settlements inclusive, safe, resilient and sustainable”, derivanti dal quadro globale di lotta ai cambiamenti climatici emerso alla 21ma Conferenza delle Parti dell’UNFCCC di Parigi e le recenti disposizioni legislative dell’Unione europea e le numerose iniziative comunitarie lanciate sul tema (Concerto, Patto dei Sindaci, Smart Cities and Communites, ecc.), hanno attribuito ai governi delle città importanti compiti di pianificazione e programmazione strategica del percorso di trasformazione verso Città Sostenibili ed Intelligenti.

Già da tempo disposizioni di legge nazionali quali l’art. 5 c.5 della legge n. 10/91 per i Comuni con oltre 50 mila abitanti, il D.Lgs. n. 115/2008 e il P.A.E.E. 2011 hanno attribuito agli Enti Locali compiti di promozione di nuovi modelli di sviluppo urbano basati su di un approccio integrato, innovativo e sostenibile che vede nella politica energetica il fulcro delle azioni sul territorio per la promozione di nuovi modelli intelligenti di produzione, distribuzione ed utilizzo dell’energia.

Più di recente gli articoli 3 comma 2 e 6 comma 9 del D.Lgs. n. 102/2014 impongono ai Comuni di contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali.

Gli obblighi del risparmio di energia imposti alle Amministrazioni, inoltre, non solo derivano dagli obiettivi generali di sostenibilità conseguenti agli accordi internazionali e ai recepimenti nazionali, ma essendo finalizzati alla riduzione della spesa energetica pubblica dimostrano il buon andamento dell’azione amministrativa (spending review).

Nonostante le funzioni attribuite dalle disposizioni di legge e dalle politiche comunitarie e nazionali, gli Enti Locali non sempre hanno saputo esercitare questi compiti né hanno compreso la necessità di attrezzarsi con la presenza nelle strutture organizzative di figure professionali tecniche competenti a gestire la politica energetica dell’Ente, la politica energetica del territorio, le pianificazioni strategiche ed i programmi complessi di governance urbana funzionali ai compiti assegnati.

La presenza di tali figure consente di utilizzare al meglio gli strumenti tecnici, economici e finanziari forniti dalle numerose opportunità di carattere europeo, nazionale e locale per realizzare interventi di miglioramento dell’efficienza nel territorio e gestire i complessi procedimenti conseguenti.

In linea con l’obiettivo “Improving technical capacity to plan and manage cities” della New Urban Agenda di Habitat III on Housing and Sustainable urban development è necessario il miglioramento delle capacità tecniche di pianificazione e gestione delle città che non riguarda solo una più efficiente infrastrutturazione tecnologica ma anche e soprattutto una prospettiva di institutional design, di potenziamento e miglioramento degli skill delle istituzioni e dei soggetti.

Le esigenze di sviluppo urbano innovativo richiedono Amministrazioni pubbliche capaci di elaborare e attuare politiche efficaci per conseguire un significativo recupero di efficienza e la qualità della vita dei cittadini, e di cogliere le opportunità disponibili, di esercitare una efficace policy making, in particolare nell’uso dell’energia.

La politica energetica ed ambientale nel territorio comunale

La gestione di complessi problemi delle città moderne richiede l’implementazione di modelli innovativi di gestione ed approcci integrati che abbiano come key driver il principio di sostenibilità dello sviluppo urbano e di sostenibilità dei sistemi energetici urbani.

Se l’efficienza energetica assume oggi un ruolo fondamentale per lo sviluppo sostenibile della città e per la protezione del clima e dell’ambiente, la figura responsabile di promuoverla all’interno di aziende ed Enti, ossia l’Energy Manager, non può che giocare un ruolo altrettanto importante.

La presenza di figure professionali competenti a gestire la politica energetica dell’Ente e del territorio amministrato, ossia il Tecnico della Conservazione ed Uso razionale dell’Energia o Energy Manager nominato ai sensi dell’art. 19 della legge 10/91 e/o l’Esperto in Gestione dell’Energia, secondo il D.Lgs. n. 115/2008, rappresenta una garanzia per poter utilizzare al meglio gli strumenti tecnici, economici e finanziari per cogliere le opportunità derivanti dalle iniziative di carattere europeo e nazionale per l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di gas climalteranti.

Due opportunità possono rappresentare fattori di successo per uno sviluppo urbano sostenibile e per la lotta ai cambiamenti climatici e sono rappresentate dalle iniziative “faro” lanciate dall’Unione europea: il programma Covenant of Majors for Climate and Energy, l’iniziativa Smart Cities and Communities.

Il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile della Città (P.A.E.S.)

Il Covenant of Major impone di attuare una politica energetica sostenibile nel territorio. In tale ambito il Comune deve adottare il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, strumento di pianificazione strategica, nell’ambito del quale si svilupperanno i piani di settore (mobilità, piani sociali, piani urbanistici, ecc.). La definizione delle azioni previste nel Piano per il conseguimento degli obiettivi prefissati in base alle reali necessità e potenzialità del territorio, il reperimento delle fonti di finanziamento mediante la predisposizione di proposte per la partecipazione alle call relative, l’attuazione dei progetti ed il monitoraggio dei risultati conseguiti in termini di riduzione delle emissioni, sono attività che l’Energy Manager può e deve attuare per la buona riuscita dello stesso.

Le Smart City

L’iniziativa Smart Cities and Communities o Città Intelligenti prevede la rivisitazione globale delle politiche di sviluppo urbano mediante un Master Plan generale che coinvolga tutti i domini della vita della città (energia, edilizia, welfare, sanità, turismo, cultura, ecc.) utilizzando gli strumenti dell’intelligenza, innovazione tecnologica e sociale partendo dal P.A.E.S. adottato.

Il carattere di forte multidisciplinarietà dell’iniziativa, la forte componente di innovazione tecnologica e di innovazione nella gestione pubblica , l’adozione di strumenti di compartecipazione degli stakeholders e dei cittadini, di governo delle interdipendenze e dell’integrazione dei networks richiede un ruolo di guida, di coordinamento tecnico e di promozione in capo ad un ufficio dedicato nell’Amministrazione.

Il dominio di maggior interesse per la trasformazione della città è quello dell’energia sia per i quantitativi di emissioni prodotti e per il potenziale di riduzione, sia per le ricadute in termini di innovazione sulla vita e lo sviluppo della città.

È già in atto una profonda transizione dei sistemi energetici urbani basata sulla decarbonizzazione, sulla digitalizzazione delle reti e sull’elettrificazione dei servizi e degli usi finali, decarbonizzazione non solo della generazione elettrica ma anche degli usi finali. Si deve attuare il disaccoppiamento tra crescita economica e il calo delle emissioni di CO2.

Gli edifici: COM 860 Winter package Clean Energy

“Clean energy buildings are about much more than saving energy: they increase living comfort and quality of life, have the potential to integrate renewables, storage, digital technologies and to link buildings with the transport system. Investment in a clean energy building stock can drive the transition to a low-carbon economy.”

Smart grids, smart district, smart building, smart home, prosumer, Internet of Things rappresentano i concetti base della cosiddetta Smart Energy, ossia di un modo innovativo di produrre, immagazzinare, dispacciare, vendere ed utilizzare l’energia nelle città del futuro prossimo venturo.

Il paradigma della Smart Energy si declina nel policentrismo del modello di produzione distribuita di energia da fonti rinnovabili di edificio e di quartiere, nello sviluppo di edifici nZEB, nelle smart grids elettriche per il dispacciamento, nella flessibilità della domanda con smart metering e demand response, tariffazioni dinamiche, la figura dell’Aggregatore e del Gestore di rete.

L’innovazione e le nuove tecnologie permettono agli edifici di sostenere la decarbonizzazione generale dell’economia, incluso il settore dei trasporti. La direttiva europea 844/2018 indica la strada per definire la smart readiness di un edificio innovativo, per valutare “le capacità di un edificio o di un’unità immobiliare di adattare il proprio funzionamento alle esigenze dell’occupante e della rete e di migliorare la sua efficienza energetica e le prestazioni generali”.

“I.E.A. EBC Annex 67: Energy Flexibility of a building is the ability to manage its demand and generation according to local climate conditions, user needs and grid requirements.”

La metodologia proposta dall’Unione europea si basa su tre funzionalità chiave relative all’edificio e ai suoi sistemi tecnici per l’edilizia:
a) la capacità di mantenere l’efficienza energetica e il funzionamento dell’edificio mediante l’adattamento del consumo energetico, ad esempio usando energia da fonti rinnovabili;
b) la capacità di adattare la propria modalità di funzionamento in risposta alle esigenze dell’occupante, prestando la dovuta attenzione alla facilità d’uso, al mantenimento di condizioni di benessere igrotermico degli ambienti interni e alla capacità di comunicare dati sull’uso dell’energia;
c) la flessibilità della domanda di energia elettrica complessiva di un edificio, inclusa la sua capacità di consentire la partecipazione alla gestione attiva e passiva, nonché la gestione della domanda implicita ed esplicita, della domanda relativamente alla rete, ad esempio attraverso la flessibilità e le capacità di trasferimento del carico.

Da quanto sopra si comprende come una governance intelligente dei nuovi modelli di energia si avvalga di una figura tecnica chiave nel campo della gestione dell’energia nella città, l’Energy Manager, in grado di attuare la politica energetica del Comune, fare policy making ed energy management non solo sul patrimonio comunale ma anche nel territorio comunale e gestire l’attuazione degli strumenti pianificatori strategici adottati, il P.A.E.S., lo Smart City Action Plan. Per le proprie specifiche competenze l’Energy Manager è in grado di ricoprire il ruolo di Smart city designer, ossia del Tecnico che attua l’implementazione della vision politica della città negli strumenti di pianificazione.

L’Energy Manager, o E.G.E., promuove il processo di trasformazione dei sistemi energetici territoriali verso la smart energy con l’opportuna selezione delle tecnologie più confacenti alla riduzione della CO2 e al conseguimento degli obiettivi derivanti dalla visione adottata.

La promozione della green economy e dell’edilizia di qualità del futuro – controllo, regolazione e promozione

Le innovazioni tecnologiche ed il cambiamento in atto richiedono alla P.A. innovazioni organizzative che rafforzano la propria capacità istituzionale. Si ritiene che la prima azione di empowernment che possa attuare un Comune per intraprendere un percorso verso la sostenibilità ambientale ed energetica del proprio territorio e per trasformare la propria città in una Smart Sustainable City sia di istituire un apposito “ufficio energia” che svolga tutte le funzioni su descritte.

La mancanza di un ufficio “centrale” che coordini il progetto è stata segnalata come fattore di insuccesso nello studio dell’Unione europea “Analysing the potential for wide scale roll out of integrated Smart Cities and Communities solutions- final report”.

Il controllo della qualità e della transizione energetica dell’edilizia

In un settore che rappresenta a livello europeo il 40% dei consumi e il 38% delle emissioni di gas serra, le disposizioni di legge nel nostro Paese sin dalla legge n. 10 del 9-1-1991 fino al recente decreto del 26-6-2015, dei “requisiti minimi”, hanno attribuito nel tempo agli Enti Locali compiti di carattere regolatorio e di controllo della qualità energetica degli edifici ed in generale degli interventi nel settore, essenziali per la riduzione dei consumi energetici e dell’impatto ambientale e per promuovere verso le imprese edili una sempre migliore qualità del costruire.

L’ufficio energia comunale, esercitando il controllo delle realizzazioni edilizie, verifica che le nuove costruzioni siano aderenti ai requisiti minimi prestazionali energetici di legge e alle vigenti disposizioni sulla promozione delle fonti rinnovabili di energia.

Viene altresì verificata l’osservanza nel rilascio dei permessi di costruire delle disposizioni relative alla connessione degli edifici alle reti di comunicazione ad alta velocità con la realizzazione di una infrastruttura fisica passiva multiservizio, nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni profonde, secondo quanto previsto dal D.Lgs n. 164 /2014 e dall’art. 135 bis del DPR 380/01.

Promozione e regolazione

La dicotomia tra lo sviluppo edilizio ed urbanistico e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 adottati e stabiliti nel P.A.E.S., la decarbonizzazione dei sistemi energetici e degli edifici al 2050, può essere risolta unicamente promuovendo una “nuova edilizia” secondo il principio della “invarianza energetica”.

Riqualificazione energetica degli edifici esistenti, una vasta campagna di rigenerazione urbana e di rinnovamento edilizio-energetico per la riduzione dei consumi energetici dell’esistente, e nuovi edifici del tipo nZEB, smart building, e smart district sostenibili assicurano un equilibrio neutrale delle emissioni di CO2 della città anche in presenza di nuove costruzioni.

Un Comune può oggi, attraverso strumenti regolatori quali il Regolamento Edilizio Comunale, promuovere ed incentivare interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente in generale e imporre standard di efficienza energetica e sostenibilità edilizia nelle nuove costruzioni.

Incentivi di tipo economico o edilizio-urbanistico possono consentire agli imprenditori innovatori e ai cittadini il recupero degli extra-costi di interventi di alta qualità energetica e di sostenibilità ambientale.

Al 2015 i Comuni italiani che hanno introdotto parametri di sostenibilità nei loro regolamenti edilizi sono 1.182, il 14,7% del totale, con un incremento dal 2008 pari a circa 6 volte, partendo da soli 188 Comuni. Sono 40 i Comuni “100% rinnovabili” (rapporto Comuni rinnovabili Legambiente 2017), ossia che soddisfano totalmente il fabbisogno energetico dei cittadini con la produzione da fonti rinnovabili di energia.

Questi dati, unitamente a quelli dei 3180 Comuni che hanno aderito al Patto dei Sindaci, mostrano una vivacità proveniente dal basso che supera le disposizioni legislative nazionali, molti Comuni hanno anticipato gli standard previsti per edifici nZeb dal D.Lgs. 102/2014.

Oggi l’utilizzo di tecnologie digitali, di piattaforme informatiche di governo della città e dei processi energetici che permettono l’analisi dei relativi Biga Data dei flussi energetici e dei profili energetici degli edifici, consente all’Energy Manager di individuare le aree elettive per politiche mirate di promozione degli interventi di riqualificazione energetica negli edifici esistenti e del patrimonio edilizio comunale.

Infine, l’introduzione negli strumenti urbanistici (strumenti urbanistici generali ed attuativi) del “fattore energia”, ossia di standard di sostenibilità ambientale ed energetica per le nuove costruzioni e per la rigenerazione urbana dell’esistente, consente di regolare lo sviluppo urbanistico verso gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 adottati dalla città e dell’invarianza energetica.

Si comprende come l’Energy Manager della città e l’Ufficio Energia possiedano le competenze tecniche specialistiche per guidare le policy innovative che oggi devono adottare le città.

Conclusione

Le innovazioni tecnologiche ed il cambiamento in atto richiedono alla P.A. innovazioni organizzative che rafforzano la capacità istituzionale. La P.A. deve essere capace di elaborare e attuare politiche pubbliche efficaci per migliorare la qualità dei servizi e della vita dei cittadini e conseguire un significativo recupero di efficienza, di fare policy making per poter cogliere le opportunità di sviluppo in favore dei cittadini disponibili dal quadro europeo e mondiale.