Bonus banda larga e bonus tv: ecco cosa non funziona

5 Febbraio 2021 Ilaria Rebecchi


Davide Rossi (Aires): “Gli incentivi statali non possono ostacolare operatori e mercato ma devono fungere da spinta per un rilancio economico”

“Siamo soddisfatti della risposta positiva da parte del Consiglio di Stato nei confronti del nostro appello per richiedere una sospensiva al TAR del Lazio che dapprima aveva appunto rifiutato il nostro ricorso”.

A parlare è Davide Rossi, Direttore Generale Aires, realtà che, insieme ad Ancra e Mediaworld, ha recentemente presentato l’appello cautelare in relazione a quanto deliberato dal TAR competente a fine anno scorso.
Ma facciamo un passo indietro: si parla del bonus banda larga, pc, tablet e internet, che dir si voglia, tra le misure previste negli ultimi mesi e che da inizio dicembre 2020 ad oggi ha riscosso un flebile successo, abbracciando solamente il 17% del totale messo sul piatto.
Il bonus banda larga è un incentivo che prevede fino a 500 euro per l’attivazione di abbonamenti e l’acquisto di dispositivi da parte delle famiglie con Isee sotto i 20mila euro.

Il bonus banda larga – afferma Rossi – che ci ha visti molto scontenti fin da subito. Nello specifico prevede che solo gli operatori del mondo della connettività possano erogare effettivamente il bonus, lasciando quindi scoperto tutto il mercato dei commercianti di tutta la strumentazione del caso che, pur rientrando nella materia dello sconto, non li vede protagonisti. Un bonus, a nostro avviso, distorto nella procedura e che ingiustificatamente lascia da parte i rivenditori di dispositivi elettronici e informatici.

Quello che infatti chiedono a gran voce le associazioni di settore è che il bonus per la banda larga possa vedere come decisore finale il cliente e non l’operatore, il fornitore. In questo modo si abbraccia una sola parte del mercato, mentre per natura i bonus devono fornire un aiuto non solo a chi ne beneficia ma anche fungere da spinta per un mercato e un’economia che deve assolutamente ripartire, coinvolgendo quindi anche tutti gli operatori e nel rispetto delle regole del mercato stesso.

Per noi è essenziale che la politica dei bonus e degli incentivi sia attuata senza alterare il contesto concorrenziale del mercato e salvaguardando la solidità di tante imprese.

I giudici del Consiglio di Stato, dunque, ad inizio febbraio hanno accolto il ricorso delle associazioni di categoria con Mediaworld, valutando come fondate le ragioni del ricorso che sottolineava l’importanza di una rapida trattazione della materia per evitare che il giudizio finale arrivasse fuori tempo massimo, di conseguenza obbligando il TAR del Lazio a fissare una trattativa nel merito del provvedimento. “Ci aspettiamo che la cosa si risolva entro fine febbraio”, afferma Rossi.

E, tra la miriade di bonus e sconti di varia natura, il bonus banda larga non è certo l’unico nel centro del mirino negli ultimi mesi:

Parliamo del bonus tv, in vista dello switch off. Ebbene, se fino ad oggi si era parlato unicamente di un bonus 4.0, per ISEE inferiori a 20mila euro e con budget di 50€ a richiesta. Questo incentivo, però, non sta riscuotendo il successo sperato: ad oggi contiamo abbiano aderito ancora poche famiglie rispetto alle stime iniziali, per un 10-12% del budget totale ad oggi speso.

Dal bilancio 2021, poi, era stato previsto un budget aggiuntivo da destinare alla rottamazione delle televisioni vecchie:

Questo bonus dovrebbe essere senza limiti di ISEE, finalizzato all’acquisto di nuovi apparecchi e con sconto diretto al consumatore, scaricabile nel pagamento mensile dell’IVA per gli operatori. Ma la crisi di Governo ha fermato le carte, e ora siamo in attesa di capire in che direzione ci si muoverà.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.