Notizie dal mondo Internet of Things. I casi Alcatel-Lucent e IBM

20 Gennaio 2016 Smart Building Italia


Internet of Things è un concetto coniato nel 1999 in occasione di una presentazione fatta per Procter & Gamble. Sono trascorsi diciassette anni, ma adesso pare che la febbre sia definitivamente scoppiata. Lo dimostra il fatto che i big dell’IT stanno occupando lo spazio nel mercato della domotica di nuova generazione. Intanto scade in aprile un bando della Commissione europea per un investimento complessivo di 140 milioni di euro per lo sviluppo di tecnologie e piattaforme aperte per settori come smart city, industria 4.0, sicurezza alimentare, veicoli a guida automatica, smart home e wearables.
Nel frattempo Gartner, importante società di ricerca americana, ha stimato che a fine 2016 ci saranno nel mondo 1,6 miliardi di oggetti installati e connessi per le applicazioni smart. Alcatel-Lucent, che da qualche giorno opera con il nome di Nokia in seguito all’acquisizione avvenuta nella primavera scorsa, ha rilanciato: «Entro il 2020 si prevede che ci siano 70 miliardi di oggetti connessi». Lo ha detto Roberto Loiola, presidente e Ad di Alcatel-Lucent Italia al quotidiano La Repubblica. Una massa impressionante di Connected TV e device vari avranno perciò bisogno di una infrastruttura di rete adeguata.

La rete 5G

Per rispondere ad una domanda in crescita esponenziale, Alcatel-Lucent sta lavorando per implementare il 5G, «la cui caratteristica principale – afferma Loiola – è la flessibilità, ovvero la capacità di adattarsi alle varie tipologie di utilizzo». Infatti, ci sono categorie come l’automotive che necessitano di prestazioni elevate, specie nella velocità di trasmissione dei dati, mentre le applicazioni industriali, automatizzate se non addirittura robotizzate, che hanno bisogno di costi contenuti, bastando una velocità modesta perché i robot connessi non scambiano grandi mole di dati. «C’è competizione tra Europa, Usa e Asia per arrivare primi in questa sfida – spiega Loiola – Puntiamo perché l’Europa sia leader nel 5G e nelle applicazioni IoT: questo significa investire da subito in importanti progetti di ricerca. Noi ci poniamo come partner per il raggiungimento di questi obiettivi».

IBM si reinventa smart

Il gigante tecnologico americano, ormai identificato come azienda produttrice di hardware, software e servizi dopo la vendita della divisione pc ai cinesi di Lenovo, ha ultimamente perso smalto con vistosi cali di fatturato e di quotazione del titolo. Per riacquistarlo si sta reinventando smart, come intitola Corriere Economia, il supplemento economico del Corriere della Sera. Ginni Rometty, il Ceo di Big Blue (il soprannome di IBM) ha annunciato al CES di Las Vegas la svolta «facendo decollare nuovi business con prodotti rivolti ai consumatori». E quindi, «il sistema di intelligenza artificiale Watson sarà usato per rendere smart gli elettrodomestici Whirlpool e gli strumenti per il fitness di Under Armour». Watson apre insomma nuove frontiere di business per IBM che dalle cucine di case e dalle palestre si spingono i robot umanoidi sviluppati dalla giappone SoftBank robotics fino all’auto. A Las Vegas IBM ha annunciato inoltre l’alleanza con Ford allo scopo di «rendere sempre più connesse e smart le quattro ruote della casa di Detroit».