Apparecchi di protezione, norma CEI 64-8 e differenziali F

14 Luglio 2022 Smart Building Italia


Siani: “Focus su impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione e novità normative”

Nell’ambito del lavoro svolto dal sottogruppo “Apparecchi di protezione” di ANIE-CSI, l’Ing. Alberto Siani – membro dell’Associazione, delinea con precisione ambiti e novità tecniche relative alle norme più importanti del comparto.

Parliamo del gruppo ANIE CSI “Apparecchi di protezione”: di cosa si occupa?

CSI (Componenti e Sistemi per Impianti) è l’associazione che, all’interno di ANIE Federazione, rappresenta l’industria dei componenti e sistemi per impianti ed è costituita da 4 Gruppi che raggruppano al loro interno aziende costruttrici di componenti per installazione, pile, batterie avviamento e industriali, strumenti di misura e contatori di gas statici.
A loro volta i Gruppi sono suddivisi in Sottogruppi e Gruppi di Lavoro in funzione delle diverse tipologie di prodotti trattati.
Nel Gruppo “Componenti per installazione” figura il Sottogruppo “Apparecchi di protezione”, che come gli altri gruppi e sottogruppi, ha tra i suoi obiettivi quello di partecipare attivamente alle attività normative internazionali (IEC e CENELEC) e nazionali (CEI), essendo anche presente nelle commissioni tecniche di approvazione dell’Istituto del Marchio di Qualità (IMQ).
Il SG “Apparecchi di protezione”, in particolare, ha come associati le principali aziende presenti nel mercato italiano che producono e commercializzano interruttori automatici (magnetotermici e differenziali) ed altri dispositivi di protezione usati negli impianti elettrici di bassa tensione.

Dove si applica e in cosa consiste la norma CEI 64-8 Cap. 37?

La norma CEI 64-8 è la norma che si occupa degli impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione. In particolare, fornisce prescrizioni e raccomandazioni per la progettazione e la realizzazione dell’impianto per garantirne la sicurezza e la funzionalità secondo la regola dell’arte e le regole per l’effettuazione delle verifiche (iniziali e periodiche) necessarie per garantirle nel tempo.
Pubblicato recentemente in seconda edizione, all’interno della VIII edizione della Norma CEI 64-8 (Agosto 2021), il Capitolo 37, ad integrazione delle prescrizioni aventi lo scopo di garantire la sicurezza delle persone e dei beni, fornisce prescrizioni addizionali, ai fini delle prestazioni, da applicarsi agli impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale situate all’interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari. Si applica ai nuovi impianti e ai rifacimenti completi di impianti esistenti in occasione di ristrutturazioni edili dell’unità immobiliare.
Inoltre, premesso che il dimensionamento dell’impianto elettrico è oggetto di accordo fra il progettista, l’installatore dell’impianto ed il committente, in funzione delle esigenze impiantistiche di quest’ultimo e del livello qualitativo dell’unità immobiliare, si forniscono i criteri minimi e le dotazioni minime con riferimento a tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità.

Essendo parte integrante, risulta obbligatorio?

Premesso che l’applicazione delle norme tecniche, a meno di alcune eccezioni regolate da direttive, delibere o regolamenti ministeriali, è un atto volontario, occorre sottolineare che l’applicazione di qualsiasi norma risulta essere valida e pertinente, ai fini della conformità di un impianto, di un sistema o di un prodotto, se completa.

In altre parole, se si progetta o realizza un impianto elettrico in un’unità abitativa e se ne dichiara la conformità alla norma CEI 64-8, si devono considerare e applicare anche le prescrizioni contenute nel capitolo 37 che, a tutti gli effetti, costituisce la regola dell’arte per il suo specifico campo di applicazione.

Quale utilità o necessità nel risultare conformi al capitolo 37 Norma CEI?

Ci sono vari motivi per cui risulta necessario – vedi punto precedente – ma anche utile seguire le prescrizioni e le raccomandazioni del Capitolo 37. Questo capitolo, infatti, fornisce elementi oggettivi per valutare la “prestazione” (in termini di dotazioni e comfort) dell’impianto all’interno dell’ambiente e, quindi, anche il suo “valore”, oggettivo e non soltanto percepito, può essere preso in considerazione.

Quali sono le ultime novità e specifiche utili in tema di differenziali di tipo F?

Nella nuova edizione del Capitolo 37 è stata introdotta la seguente nuova indicazione: “Si raccomanda l’impiego di interruttori differenziali di tipo F, per la protezione dei circuiti che alimentano lavatrici e/o condizionatori fissi” che va a sostituire la seguente riportata nella prima edizione del Cap.37, pubblicata nel 2012: “È consigliabile l’impiego di interruttori differenziali di tipo A, per la protezione dei circuiti che alimentano lavatrici e/o condizionatori fissi”.
Si è ritenuta opportuna la modifica, in quanto la tecnologia del tipo F (già conosciuta nel 2012) non trovava riscontro sulla conoscenza e la diffusione nel mercato degli apparecchi che la realizzano, mentre negli ultimi anni le norme di prodotto e le aziende costruttrici hanno cominciato a costruire la consapevolezza della applicazione specifica.
Peraltro, anche all’interno della Norma CEI 64-8 VIII edizione, nella parte specifica che tratta le prescrizioni per la protezione differenziale è stata introdotta la classificazione dei dispositivi differenziali in funzione della forma d’onda delle correnti di guasto verso terra all’articolo “531.3.3 Tipi di interruttori differenziali” pubblicato per la prima volta con la Variante 3 alla VII edizione della norma.

Si definisce l’interruttore differenziale di Tipo F come interruttore differenziale per il quale l’intervento è assicurato come per il tipo A ed inoltre:

  • per le correnti differenziali composite, applicate all’improvviso o lentamente ascendenti destinate al circuito alimentato tra fase e neutro o tra fase e conduttore centrale messo a terra;
  • per le correnti differenziali pulsanti unidirezionali sovrapposte alla corrente continua uniforme.

In pratica, il tipo F, in termini di capacità di interrompere le correnti di guasto a terra, si posiziona tra il tipo A ed il tipo B, entrambi presenti e conosciuti nel mercato da diversi anni e  la sua applicazione più pertinente, indicata anche all’interno dell’Allegato A della Sezione 531 della norma risulta descritta come segue.

 

Lo schema sopra riportato nella prima colonna della tabella e le forme d’onda della corrente di guasto relative riproducono per l’appunto le applicazioni riportate nel Cap.37, quali lavatrici e condizionatori fissi che integrano, per il loro funzionamento, motori monofase, comandati generalmente da inverter che hanno il comportamento descritto.