Capire il BIM

28 Agosto 2018 Smart Building Italia


L’acronimo BIM, Building Information Modeling, rimanda a un prezioso software tramite cui raccogliere, far interagire e ottimizzare tutti i dati relativi al progetto di un edificio. Mitizzato, ma anche temuto dagli addetti ai lavori, è in realtà un formidabile strumento di progettazione, che coinvolge da subito tutte le figure professionali previste, installatori e integratori di sistemi compresi. Ecco una breve guida al BIM, alle sue virtù e potenzialità.

 

1. Superare la paura

Per operare in BIM occorre innanzitutto “superare le paure”. La più comune è che il BIM sia una costosa azione, additiva alla progettazione. Trattasi in realtà di un’alternativa metodologica olistica (cioè globale): vantaggiosa, oltre che necessaria alla luce delle normative comunitarie.
Conoscere il BIM
Il BIM va considerato non solo come tecnologia tramite cui costruire digitalmente accurati modelli virtuali, in grado di supportare tutte le fasi del processo edilizio, ma anche e soprattutto come “nuova tecnologia di management”, coinvolgente tutti gli attori del processo stesso in un team di successo (committenti, appaltatori, direzione lavori, fornitori, ecc.) per gestire la progettazione, la costruzione e gli impianti.

«…il BIM non è un tipo di software, ma un’attività umana che coinvolge, in ultima analisi, ampie modifiche dei processi nel settore delle costruzioni».
Cambiare mentalità e approccio contrattuale
Il BIM richiede un cambiamento di mentalità e di approccio contrattuale.

  • Nella fase di progettazione vanno considerati, per esempio, elementi di valutazione (dettagli strutturali, previsioni di spesa, ecc.) che normalmente si affrontano nella fase finale della progettazione, quando però è difficile e costoso operare eventuali cambiamenti;
  • occorre modificare le procedure relazionali tra i vari attori del processo, che devono essere integrati nel team e uniti in uno sforzo congiunto e simultaneo per garantire il passaggio dagli attuali schemi conflittuali a “modelli collaborativi”;
  • è necessario comprendere che il sistema evita frammentarietà delle informazioni, errori e omissioni che alimentano contenzioso e perdite di tempo e denaro;
  • in definitiva non bisogna subire il passaggio al BIM, ma operarne una gestione consapevole.

2. Costruzione digitale vs rappresentazione

Il vero cambiamento
I CAD (Computer Assistance Drawing), sostituendo a loro tempo i disegni a mano e i modelli 3D, costituiscono uno strumento tecnico che aumenta la corretta rappresentazione (un tempo manuale) ma si limitano a essere semplice supporto alla metodologia precedente. Il cambio offerto dal BIM è invece radicale: il mezzo di verifica progettuale non è più la rappresentazione, ma la costruzione digitale del progetto.
Rappresentazione come risultato di una corretta costruzione digitale
Una volta impostati i criteri di rappresentazione e i criteri di organizzazione delle informazioni, ogni modifica al progetto diventa conseguente e comunicativa per tutti gli ambiti coinvolti. Portando tutti i soggetti coinvolti a interagire con un unico modello, il lavoro diventa integrato e sinergico. Il risultato è che l’approccio al progetto e alla sua gestione instaura principi progettuali simulativi. Il vantaggio del progettare in BIM consiste dunque nella possibilità di decidere e avere sotto controllo i parametri e i quadri comparativi utili a effettuare decisioni consapevoli. Piante, prospetti, sezioni, esplosi, render, fogli di calcolo, ecc. non saranno più disegni o rappresentazioni, ma dati effettivi estratti dal modello.
Semantica del segno
Parlare di costruzione digitale ha un notevole senso, considerando come avviene la modellazione BIM. Fin dall’utilizzo dei “tools” base del programma, l’interfaccia porta a operare una scelta sullo strumento di design adeguato ai propri scopi. Muro, colonna, trave, porta, ecc. non saranno volumi o disegni privi di significato. Al contrario, ognuno di questi elementi porterà con sé una “parametrizzazione” (di possibilità e limiti) che seguono le stesse logiche del reale.
Il segno, quindi, porterà con sé tutta una logica semantica contenente tutte le informazioni sensibili dell’oggetto. La vera potenza del metodo BIM consiste nell’essere in grado di accedere ai dati e connetterli tra loro: dai valori dimensionali a quelli di costo, da quelli di costruzione, durata e manutenzione a quelli di sostituzione e smaltimento.

3. Come usufruire dei vantaggi del BIM

I principali vantaggi sono:

  • Coerenza degli elaborati estratti, precisione, immediatezza in aggiornamenti e modifiche, simulazione agile delle possibili soluzioni e miglioramento della sostenibilità progettuale;
  • miglioramento di comunicazione e coordinamento tra professionisti;
  • riduzione degli errori di progettazione, di mancata comunicazione tra le parti e di costose rettifiche in corso d’opera. Superamento della frammentarietà delle informazioni;
  • Ottimizzazione della gestione e incremento del ROI (Return of Investment).

Progettazione densa
Qual è il prezzo per tutti i vantaggi di cui sopra? Il prezzo è dato dall’approccio al progetto. Nel flusso di lavoro tradizionale, la fase di progettazione iniziale risulta essere scarica rispetto alle fasi di accumulo e gestione della documentazione e al successivo coordinamento. Nel flusso di lavoro BIM, al contrario, è notevole l’impegno necessario fin da subito, come sono notevoli la conseguente fluidità e la riduzione dello sforzo nelle fasi successive. Nel BIM, la fase iniziale di progettazione, essendo sistemica, è la più densa perché, essendo carica della visione di insieme, getta le basi di tutte le azioni successive. Spesso è proprio di fronte a questo scoglio iniziale che il progettista tradizionale si spaventa.
Organizzazione del modello
È un aspetto fondamentale della progettazione BIM ed è necessaria per creare i giusti collegamenti tra modello, dati, elaborati, rappresentazioni e comunicazione del processo progettuale.
Inserire in modo corretto i dati
Un principio importante è utilizzare i giusti strumenti ed i giusti attributi nella costruzione del modello digitale. È buona norma cercare di anticipare le successive correzioni, soprattutto se sistemiche. Per avere un ritorno di dati corretti, i dati inseriti devono essere altrettanto corretti. Uno degli aspetti più interessanti, a tal proposito, riguarda l’AEC (Architecture, Engineering and Construction Industry), ovvero tutti i materiali e sistemi industrializzati di cui le case produttrici forniscono un modello BIM ricco di dati tecnico-prestazionali e certificati. Questo semplifica e rende notevolmente sicuro il lavoro dell’operatore. Sia per la fase di calcolo economico e prestazionale, che per l’archiviazione della documentazione.
Interrogare il modello
Se tutto il processo di costruzione digitale viene fatto con tutti i crismi necessari, interrogare il modello BIM, prevedere le prestazioni dell’edificio e verificare il soddisfacimento delle normative è una conseguenza rapida da gestire, in accordo con un diagramma di flusso di lavoro in discesa, dopo accurata fase di progettazione.

4. Metodo e collaborazione

Con i “processi collaborativi” (Collaborative Procurement) della gestione contrattuale, il BIM anticipa scelte e responsabilità dei progettisti e delle imprese esecutrici. Affronta con metodo hardware e software in termini di piattaforme BIM e di inter-operabilità. In Italia, le formule contrattuali sono applicate in parte nel settore privato, perché non sono definite le responsabilità civili e penali dei diversi attori del processo. Ai fini di una specifica normativa, sta lavorando l’Agenzia per l’Italia Digitale.
Tra i “data model” alcuni traduttori possono passare da uno schema di linguaggio a un altro come da IFC a XML.

IFC (Industry Foundation Classes) è uno dei principali product date model per gli edifici in termini di pianificazione della costruzione, progettazione, costruzione, management. Progettato per l’elaborazione di tutte le informazioni dell’intero ciclo di vita di un edificio – dalla fattibilità all’uso finale – le IFC risultano composte da una libreria di oggetti e di definizione delle proprietà in modo da rappresentare il progetto di un edificio e supportare l’uso delle informazioni costruttive per un obiettivo specifico.

I progettisti coinvolti sono: architetto, ingegnere, facility manager, construction manager, costruttore, project manager, strutturista, impiantista, installatore.
Il metodo di progettazione è caratterizzato dal Building Information Modeling in un processo di lavoro “integrato” a cui tutti possono attingere e con cui tutti possono comunicare.
I protocolli necessari per l’aspetto contrattualistico (PIP), di contratto e precontratto (BEP) sono definiti dal BIM Coordinator.
Il BIM coordinator è il tecnico che coordina l’intero team di progettazione, supervisionando il team dei “BIM specialist”. Risponde al BIM manager del suo operato e garantisce l’efficienza e il rispetto delle procedure definite dal BIM manager stesso.
Coordinator, specialist e manager sono tre figure fondamentali per operare in BIM, tanto che necessitano di certificazione riconosciuta (norma Uni 11337). E la certificazione richiede specifica formazione.
Il BIM non si inventa, si costruisce!

Jacopo Gonzato, architetto

 

Il presente articolo attinge dalla pubblicazione “Il BIM”, di C. Eastman, P. Teicholz, K. Liston, R. Sacks – ed. italiana cura di D.Di Giuda e V.Villa, Hoepli, 2016 – e dalla esperienza universitaria e professionale dello scrivente.