Inquinamento indoor: “Necessario monitorare la qualità dell’aria degli uffici”

7 Maggio 2020 Ilaria Rebecchi


Sanificazione di ambienti e scrivanie, ma occhio alla quantità di agenti chimici (e non solo) che poi il lavoratore respirerà. La soluzione? “Ventilazione degli ambienti e monitoraggio della loro salubrità”, parola di Antonella Santoro CEO di Nuvap

Fase 2 dell’emergenza da Covid-19 significa la riapertura di molti uffici e aziende, soprattutto.
E, in quest’ottica, sono proprio gli ambienti di lavoro ad essere sotto la lente d’ingrandimento nel rispetto delle direttive ministeriali volte alla loro sanificazione al fine di evitare il più possibile la diffusione del virus.
In chiave Smart Building, però, queste buone pratiche risultano più che mai prioritarie e da prassi: un edificio è intelligente, infatti, se – per definizione – soddisfa i bisogni e le esigenze di chi lo popola, che sia una casa o un ufficio o negozio, ad esempio. E la qualità degli ambienti è caratteristica principale di questa tipologia di edifici, nonché ora obiettivo ed esempio per il presente e per il futuro. Anche per ciò che concerne l’aria che vi ci si respira.
La chiamano resilienza di un edificio intelligente, e fa rima anche con sanificazione dell’ambiente e abbattimento del rischio biologico.

Antonella Santoro, CEO Nuvap

D’altra parte, però, sanificare gli ambienti con prodotti autorizzati e certificati, ma chimici, può portare ad un peggioramento, a lungo termine, della qualità dell’aria degli stessi, se arieggiati in maniera non corretta ad esempio quando non garantiti da impianti di areazione e climatizzazione di ultima generazione.
Da tempo riflettiamo sul concetto di Smart Building e per noi è quell’edificio che garantisce alte prestazioni“: a parlare è Antonella Santoro, CEO di Nuvap, startup innovativa che propone soluzioni altamente tecnologiche per il monitoraggio degli ambienti indoor.

Un edificio è smart se può garantire anche, e soprattutto, la salubrità degli ambienti che lo compongono. E infondere consapevolezza sul tema dell’inquinamento indoor è prioritario. Soprattutto in questo periodo storico.

Tutto nasce da un’importante ricerca* che l’azienda ha interamente autofinanziato sull’argomento, fondata su quanto emesso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha più volte ribadito come l’aria pulita sia requisito fondamentale della vita, rilasciando precise linee guida per la qualità dell’aria negli ambienti chiusi. Nuvap ha voluto valutare i benefici di un sistema di prevenzione di malattie causate da inquinamento indoor nei luoghi di lavoro. È stato scelto di concentrare la ricerca nel settore terziario, in quanto percepito come l’ambiente di lavoro a più basso rischio per i dipendenti.

Le sostanze pericolose emesse dagli edifici, dai materiali da costruzione e dalle attrezzature interne, o prodotte dalle attività dell’uomo negli ambienti indoor, sono la causa di una vasta gamma di disturbi e malattie, diventando in alcuni casi fatali – aggiunge Antonella Santoro.

 

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La ricerca, condotta in tempi non sospetti (era il 2019), ha monitorato la qualità dell’aria di ben 100 edifici italiani, regalando una precisa fotografia degli inquinanti presenti: “Di molti si parla ancora troppo poco, addirittura pensando che l’inquinamento esterno sia il vero nemico, mentre, al contrario, è quello degli spazi chiusi da combattere“.

Dalla ricerca è emerso come il principale inquinante sia rappresentato da composti organici volatili, dovuti e direttamente proporzionali alla presenza delle persone in un luogo di lavoro, ma anche su arredi e materiale edile. A seguire il gas radon, riconosciuto come la seconda causa di tumore ai polmoni. Terzo posto per la formaldeide, “conservante che si può trovare anche nei detergenti” e a seguire il metano, residuo combustibile proveniente spesso dall’esterno.

Questi dati evidenziano, insieme all’assenza certificata delle polveri, che l’inquinamento chimico esiste anche se non si vede, ed è il nemico da combattere. Ora più che mai, date le doverose normative in ottica di contenimento del contagio da Covid-19 che prevedono una maggior sanificazione degli ambienti di lavoro.

Maggior pulizia, quindi, causerà l’introduzione di ulteriori sostanze chimiche: “Basti pensare che ad oggi i lavoratori sono tenuti a disinfettare le superfici sui cui lavorano, come la scrivania e il computer, tramite nebulizzatore. Questo comporta una più veloce e frequente esalazione di alcool, e tanto alcool provoca diversi problemi, da una maggior secchezza epidermica a gravi patologie respiratorie di tipo asmatico“.
A questo – aggiunge Antonella Santoro – va sommata la maggior attività di sanificazione generale degli ambienti, con tanti prodotti diversi, alcuni dei quali lasciano residui che restano diversi giorni e che si sommano tra loro. In questo senso, la possibilità di avere un campanello d’allarme che indichi la qualità dell’aria degli ambienti permettendo di agire in tempo, può aiutare a mantenere gli stessi il più salubri possibili, considerando che l’inquinamento è moltiplicatore di ogni virus, poiché indebolisce il sistema immunitario che, quindi, è meno reattivo contro agenti esterni dannosi“.

 

Una soluzione, dunque, può essere un sistema tecnologico capace di monitorare i parametri ambientali e gli agenti chimici presenti. La startup ha brevettato il Nuvap ProSystem, soluzione IoT che ne tiene sotto controllo 26 all’interno di un’abitazione o del posto di lavoro: “Parametri classici, come il monossido di carbonio, l’umidità, la temperatura, e aspetti diversi come i campi elettromagnetici ad alta e bassa frequenza, gas radon o inquinamento acustico“.

Antonella Santoro spiega che il dispositivo Nuvap ProSystem è “multi-sensori e collegato via WiFi al Cloud, resta sempre acceso e monitora in continuo aggiornando i dati 4 volte l’ora, mandandoli su piattaforma dove vengono archiviati ed elaborati, anche in forma grafica. Ogni inquinante, inoltre, è considerato per il suo valore massimo, minimo e medio. Questo perché i valori medi sono fondamentali da tenere in considerazionepoiché ad essi si riferiscono le norme e le best practice, più che ai valori istantanei. Esse variano per ogni parametro e tengono conto di un preciso intervallo di tempo, non sempre univoco (per esempio, la Co2 si calcola per intervalli di 8 ore – ndr)”.

Nuvap ProSystem, inoltre, restituisce un preciso indice di salubrità degli ambienti, “che esamina i valori stimando il peso da 1 a 10 della qualità dell’aria di un locale“, e i dati, immediatamente immessi su Cloud, “sono consultabili via computer o mobile, oppure esportati tempestivamente via software per archivio o analisi successivi, anche con un’analisi incrociata con altri ambienti o parti di edificio“. Interessante, infatti, è la relazione tra l’aumento dell’inquinamento indoor e determinate fasce orarie o l’attività di aree produttive limitrofe o di fonti di aerazione.
La soluzione IoT permette inoltre di viaggiare in sinergia con altri elementi quali impianti di climatizzazione, anche se è recente l’indicazione dell’OMS circa questo argomento:

Meglio preferire una ventilazione che permetta un continuo scambio tra esterno ed interno, che optare per impianti di raffrescamento o riscaldamento, quando possibile, poiché l’inquinamento indoor si stima sia peggiore di quello outdoor anche di 5 volte, e solo portando aria esterna filtrata e pulita, si può abbattere

Un prodotto dalle grandi qualità e anche di facile installazione, conclude Antonella Santoro:

Nuvap ProSystem si può installare facilmente, lavora via rete wireless e può essere anche posto su un ripiano. Rispetto alla densità, se per esempio si prendono come riferimento le prescrizioni della certificazione WELL, è sufficiente installare un dispositivo ogni 325mq, ad un’altezza tra il metro e 10 cm e il metro e 70: la soluzione ideale per monitorare cosa respirano i lavoratori, vien da sé, è quella di sistemare il prodotto sopra ad una scrivania o su mobili ad essa vicini”.

 

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Il progetto ha partecipato all’edizione 2017-19 del premio eHealth4ALL – Tecnologie per la salute e il benessere, organizzato dal Gruppo di lavoro Sanità del Club TI di Milano, con la collaborazione di AUSED e AICA, aggiudicandosi il primo premio.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.