Al via nuovi finanziamenti per la riqualificazione del patrimonio edilizio, ma solo per i meno abbienti

5 Settembre 2023 Luca Baldin


Mi sembra utile segnalare in questo editoriale l’uscita in Gazzetta Ufficiale del Decreto del 31 luglio 2023 sulla “Definizione dei criteri e delle modalità per l’erogazione del contributo relativo alle spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici”.

Con la pubblicazione in Gazzetta entra ufficialmente in vigore questo provvedimento che stanzia finanziamenti a fondo perduto per un totale di 20 milioni di euro.
La scadenza per presentare le istanze per l’erogazione del contributo è il 31 ottobre 2023 e il provvedimento riguarda esclusivamente i lavori effettuati nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2023 e il 31 ottobre 2023; l’importo del contributo non potrà essere superiore al 10 per cento delle spese ammesse, con un limite massimo di 96 mila euro.

A corrispondere le quote dovute sarà l’Agenzia delle Entrate mediante accreditamento diretto sul conto corrente bancario o postale indicato dal richiedente e a lui intestato, ma i beneficiari dovranno anche dimostrare di percepire un reddito non superiore a 15.000 euro e di essere in possesso del diritto di proprietà o di godimento reale del bene oggetto degli interventi e della quota parte nel caso di interventi su condomini, mentre l’unità immobiliare dovrà anche costituire l’abitazione principale dell’avente diritto al contributo.

Si tratta dell’ennesimo intervento a spot su un tema strategico fondamentale, che è quello della conversione green del patrimonio edilizio esistente, oltretutto con limitazioni comprensibili (favorire i meno abbienti) ma che ne limiteranno drasticamente l’utilizzo (e forse è questo il vero scopo).

Un modus operandi che – da quando il Superbonus è caduto in disgrazia, al punto da essere additato come “la più grande truffa ai danni dello Stato” dall’attuale premier, con un’evidente iperbole che non sembra suffragata dai dati – denota una sorta di confusione mentale su come si debba intervenire su un argomento che non consente né ritardi né distrazioni.

Inutile ricordare in questa sede numeri noti ormai a tutti, ovvero che il patrimonio edilizio è responsabile del 40% dei consumi energetici del Paese e del 36% delle emissioni di CO2 in atmosfera e che se si intendono raggiungere entro il 2050 i risultati di decarbonizzazione indicati dal Governo e dal Parlamento Italiani, prima ancora che dall’Unione Europea, intervenire pesantemente in questo settore è indispensabile.

Quindi ben vengano gli interventi a spot (meglio di niente), ma molto meglio sarebbe delineare una strategia nazionale in linea con la direttiva europea sulle case green per permettere agli italiani di mettere mano alle loro abitazioni in totale tranquillità e senza i patemi di vedersi il quadro regolatorio cambiare a ogni piè sospinto.

 

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.