Bankitalia: infrastrutture scolastiche ancora in ritardo e con grandi disomogeneità territoriali

28 Febbraio 2024 Luca Baldin


Alla vigilia di “Didacta” la fiera italiana dedicata al mondo della scuola, evento a cui daremo anche noi il nostro contributo con l’area Smartbuilding.Edu, Bankitalia, attraverso uno studio recentemente pubblicato su “Questioni di Economia e Finanza” (n. 827), ha per la prima volta messo sotto i riflettori il tema strategico dello stato delle infrastrutture scolastiche in Italia, basandosi sui dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica del Ministeri dell’Istruzione e del Merito.
L’originalità dello studio sta nel fatto che si distingue dalla tendenza imperante a valutare lo stato della scuola italiana sulla base di un’analisi di risorse umane, finanziarie o organizzative, per analizzare invece il cosiddetto “capitale fisico”, ovvero le dotazioni infrastrutturali, ovvero gli edifici e le loro attrezzature.

Ciò che emerge è decisamente interessante, dal momento che lo studio stabilisce una correlazione stretta (che potrebbe apparire ovvia, ma finora non lo è stato) tra lo stato delle infrastrutture scolastiche e alcuni fenomeni degenerativi del sistema scolastico.
Il primo dato evidente è la conferma di un forte squilibrio territoriale tra centro nord e centro sud e isole, specie nella dotazione di base di scuole dell’infanzia e primaria, e fin qui potremmo stupirci poco, anche se la cosa deve smettere una buona volta di apparirci scontata. A seguire un dato invece meno scontato e finora molto sottovalutato, ovvero che esiste una correlazione diretta fra gli indici di dotazione infrastrutturale delle scuole e gli indici INVALSI da una parte e gli abbandoni scolastici dall’altra; ovvero, edifici scolastici obsoleti e con dotazioni tecnologiche scadenti producono studenti meno preparati e favoriscono l’abbandono. Terzo ed ultimo punto che emerge dallo studio di Bankitalia – e per certi versi il più preoccupante – riguarda l’utilizzo dell’ingente flusso di finanziamenti provenienti dal PNRR che sembra non rispondere alle reali esigenze del sistema scolastico e ai conseguenti fabbisogni sociali. In parole semplici: stiamo spendendo male i soldi che ora ci sono e che probabilmente domani non ci saranno più, ovvero rischiamo di sprecare un’occasione più unica che rara di portare le infrastrutture scolastiche italiane nel XXI secolo.

Al riguardo un dato che lascia attoniti è che a livello nazionale solo il 18,2% degli edifici scolastici censiti appare in possesso delle adeguate certificazioni e viene da domandarsi dove siano gli enti locali che ne sono proprietari e se si rendano conto dei rischi che corrono; ma anche che solo il 31,5% ha a disposizione una mensa, e poco più della metà (il 58,8%) dispone di una palestra.
A fronte di tali carenze sembra quasi fantascientifico parlare di scuole 4.0, di utilizzo dell’intelligenza artificiale o di didattica immersiva, così come parlare di qualità della luce o di qualità dell’aria respirata da studenti e insegnanti, che pur incidono in modo così importante sul rendimento e sulla salute.
Eppure, è uno sforzo che dobbiamo fare, rispetto al quale la sensibilità di chi opera nella scuola sembra essere alta, dal momento che alcuni dati della ricerca, come la presenza di particolari accorgimenti per l’efficienza energetica e per il superamento delle barriere architettoniche, risultano particolarmente alti, e sembrano indicare uno sforzo in atto di chi vive quotidianamente la scuola che si scontra tuttavia da un lato con la vetustà degli edifici scolastici, che nella metà circa dei casi censiti hanno oltre 50 anni e dall’altro con procedura burocratiche insulse.

Sono proprio queste procedure, studiate a tavolino da chi evidentemente sa ben poco di scuola, che in questo momento stanno portando a sprecare milioni di euro per interventi assegnati con bandi che non tengono in nessun conto le reali esigenze.
Un dato che deve portare rapidamente a riflettere e a modificare un approccio che rischia di produrre autentiche cattedrali nel deserto e a lasciare sostanzialmente immutato il panorama, sconsolante, degli edifici scolastici italiani.

 

 

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.