Aumento record per le rinnovabili, ma triplicarle entro il 2030 sarà difficile

26 Gennaio 2024 Marco Ventimiglia


L’obiettivo stabilito nella COP28 di Dubai per la fine del decennio appare fuori portata a meno di significativi cambiamenti nelle politiche green

Sei anni potrebbero sembrare un lasso di tempo ragionevole per compiere una moltiplicazione. Senonché, pure l’aritmetica deve fare i conti con il contesto nel quale viene applicata. E se a dover essere triplicato, da qui al 2030, è l’apporto delle fonti rinnovabili nel mix energetico globale, allora ci si trova di fronte ad una sfida assai impegnativa, per la quale è in corso un conto alla rovescia con un esito niente affatto scontato.

Il ruolo delle rinnovabili

La triplicazione delle rinnovabili entro la fine del decennio rappresenta a ben vedere l’unico obiettivo rilevante partorito dalla recente e controversa COP28 svoltasi a Dubai, in quella penisola Arabica epicentro mondiale dell’estrazione petrolifera. Una moltiplicazione indispensabile per riuscire quantomeno a contenere il ricorso ai combustibili fossili, il che fornirebbe a sua volta un contributo importante nella lotta contro l’innalzamento globale delle temperature.

Ad occuparsi di tutto ciò c’è un recente e autorevole rapporto pubblicato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA). “Renewables 2023” parte, appunto, da quanto stabilito a Dubai per valutare l’evoluzione prevista delle fonti rinnovabili nei prossimi anni. Una traiettoria elaborata sulla base di due scenari, il primo è basato sulle politiche e le condizioni di mercato esistenti, mentre il secondo presuppone uno sviluppo più rapido nell’adozione di politiche a favore della transizione energetica.

Il 2023 un anno record

Nel rapporto non manca, poi, un’approfondita valutazione di quel che è già stato fatto per quanto attiene la produzione energetica non climalterante. La notizia più importante e innegabilmente positiva riguarda l’andamento record del 2023 che ha segnato un incremento del 50% della potenza derivante da fonti rinnovabili rispetto a quella ottenuta nell’anno precedente. Nel dettaglio, si tratta di 510 GW di nuova capacità installata il che porta il totale mondiale a quota 3.700 GW.

Una crescita da primato per la quale, e la cosa non sorprende, il contributo maggiore è arrivato dalla Cina. Va però sottolineato come l’aumento di potenza installata da fonti rinnovabili ha toccato i massimi storici anche nelle altre due macro aree più importanti del pianeta, ovvero Europa e Stati Uniti. Per farsi un’idea del contributo di Pechino, basti pensare che l’anno scorso la sua aggiunta di potenza fotovoltaica è stata addirittura uguale a quella globale realizzata nel 2022.

Raggiungere 11.000 GW

Ritornando alle previsioni per il prossimo futuro, in “Renewables 2023” viene calcolato che triplicare l’apporto delle fonti rinnovabili per il 2030 equivale a portare la loro capacità globale fino a circa 11.000 GW. Un traguardo molto complicato da raggiungere, se è vero che nel primo scenario dell’Agenzia Internazionale dell’Energia si prevede che la capacità rinnovabile globale raggiungerà i 7.300 GW entro il 2028, con l’ulteriore traiettoria nel biennio successivo che porterebbe a un aumento della capacità fino a due volte e mezzo il livello attuale entro il 2030, non raggiungendo quindi l’obiettivo.

Le cose migliorano nel secondo scenario dell’IEA, quello che prevede un’attuazione più rapida delle politiche per la transizione energetica. In questo caso la stima per il 2028 è di una capacità globale da rinnovabili di 8.130 GW, il che, si legge nel rapporto, metterebbe “il mondo quasi sulla buona strada per soddisfare l’impegno globale di triplicazione per la fine del decennio”.

Azione dei governi decisiva

Per il direttore esecutivo dell’IEA, Fatih Birol, “il nuovo rapporto mostra che, con le politiche e le condizioni di mercato attuali, la capacità rinnovabile globale è già sulla buona strada per aumentare di due volte e mezzo entro il 2030. Non è ancora sufficiente per raggiungere l’obiettivo COP28 di triplicare le energie rinnovabili, ma i governi hanno gli strumenti necessari per colmare il divario superando le sfide attuali e attuando più rapidamente le politiche esistenti”.

 

 

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.