Incentivi per le rinnovabili nel Piano Transizione 5.0

8 Marzo 2024 Marco Ventimiglia


In vigore il decreto legge che porta a 13 miliardi le risorse disponibili per le imprese che investono in digitalizzazione e decarbonizzazione

Le modifiche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non rappresentano certo una novità. Fra necessità di aggiornare l’elenco dei progetti, ricalibrare i finanziamenti e, soprattutto, recepire le molte osservazioni/critiche provenienti dai piani alti dell’Unione Europea, il governo è già intervenuto spesso sul PNRR apportando cambiamenti e correttivi. In quest’ambito c’è adesso da registrare l’approvazione di un decreto legge in un consiglio dei ministri nel cui ordine del giorno figuravano le “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

Risorse per il biennio 2024/2025

Decreto legge che ha soprattutto rappresentato l’occasione per regolamentare e finanziare il Piano Transizione 5.0 rivolto a promuovere la digitalizzazione e decarbonizzazione delle imprese. In particolare, come informa un comunicato del ministero delle Imprese e del Made in Italy, a favore del Piano vengono stanziate ulteriori risorse pari a 6,3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di Bilancio, per un totale di circa 13 miliardi disponibili nel biennio 2024-2025. L’intento dichiarato è quello di sostenere le imprese italiane “nella transizione verso un’economia più sostenibile, favorendo l’innovazione, la competitività e la creazione di valore nel contesto europeo e globale”.

Fulcro del Piano è il meccanismo dell’incentivazione finanziaria. Infatti, alle aziende che investiranno nella digitalizzazione e decarbonizzazione verrà concesso un credito d’imposta automatico, “senza alcuna valutazione preliminare, senza discriminazioni legate alle dimensioni dell’impresa, al settore di attività o alla sua localizzazione”. Nel dettaglio, il ministero precisa che “saranno agevolati gli investimenti in beni materiali e immateriali, purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici dell’unità produttiva pari almeno al 3% (o al 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento)”.

Le parole del ministro

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato come  “il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’architrave della nostra politica industriale, per consentire alle nostre imprese di innovarsi per vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, nei due anni decisivi 2024/2025, quelli in cui si ridisegnano gli assetti geoeconomici. Oltre agli investimenti in beni strumentali, la misura è orientata anche alla formazione dei lavoratori, perché le competenze sono il fattore che fa la differenza soprattutto per il nostro Made in Italy”.

Il meccanismo del credito d’imposta, così come descritto nel decreto legge, prevede il suo riconoscimento nella misura del 35% del costo sostenuto dalle imprese per investimenti nella digitalizzazione e decarbonizzazione fino a un tetto di 2,5 milioni di euro. Il credito d’imposta scende invece al 15% del costo per gli investimenti compresi fra 2,5 milioni e 10 milioni di euro. Infine, si riduce ulteriormente al 5% del costo sostenuto dalle imprese per investimenti oltre i 10 milioni e fino al limite massimo dei 50 milioni di euro per anno.

Gli investimenti per le fonti rinnovabili

Per quanto riguarda la tipologia degli investimenti, il Piano precisa che saranno ammessi anche quelli “in nuovi beni strumentali necessari all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e spese per la formazione del personale dipendente finalizzate all’acquisizione o al consolidamento di competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi”. Nel caso dell’installazione di moduli fotovoltaici, l’incentivo viene però riconosciuto soltanto quando i pannelli utilizzati vengono prodotti all’interno dell’Unione europea.

Ma non è questa l’unica limitazione riguardante i pannelli solari: i moduli installati devono infatti avere un’efficienza pari ad almeno il 21,5%, che diventa invece il 23,5% facendo riferimento all’efficienza di cella. Infine, in relazione alle modalità di fruizione, la compensazione del credito spettante si ottiene presentando il modello F24 in un’unica rata. Ma c’è anche un “salvagente”, nel senso che l’eventuale eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 sarà comunque ottenibile dalle imprese in 5 rate annuali di importo equivalente.

 

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.