La decarbonizzazione del pianeta deve partire dalle città

15 Febbraio 2021 Angela


Le indicazioni del rapporto “Net Zero Carbon Cities – Systemic Efficiency Initiative” realizzato da Enel, Schneider Electric e World Economic Forum

Decarbonizzare la Terra, per rendere “neutrale” la presenza del genere umano sul pianeta, è naturalmente una sfida immane. Così enorme, si potrebbe pensare, da non sapere nemmeno da che parte cominciare. E invece no, perché il punto di partenza, ed in buona parte anche quello di arrivo, è sotto gli occhi di tutti: le città. A spiegarcelo è il rapporto “Net Zero Carbon Cities – Systemic Efficiency Initiative“, realizzato da Enel, Schneider Electric e il World Economic Forum, il celebre consesso di Davos, in Svizzera, dove il documento è stato recentemente illustrato e discusso.

Il perché occorra concentrarsi sulle città appare chiarissimo con la semplice lettura di pochi dati globali: attualmente le città coprono circa il 3% della superficie terrestre ma da esse scaturisce addirittura il 70% delle emissioni mondiali di CO2. Ed ancora, i centri abitati consumano ben il 78% dell’energia primaria globale. Una situazione che senza interventi decisi è destinata persino a peggiorare tenendo conto che se adesso il 54% della popolazione mondiale è concentrata nelle città, questa percentuale è destinata a crescere fino al 68% nel 2050.

Eppure, come sottolinea il rapporto, per limitare l’innalzamento climatico del pianeta ad un grado e mezzo di temperatura occorre che le città raggiungano il traguardo delle emissioni zero entro la metà del secolo. Un obiettivo da realizzare con “un approccio energetico integrato nella progettazione e nella gestione della mobilità e degli edifici, sfruttando un’infrastruttura di rete digitalizzata e intelligente in un contesto urbano”. Lo studio presentato a Davos è stato elaborato all’interno della “Net Zero Carbon Cities – Systemic Efficiency Initiative”, di cui sono co-presidenti Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, e Jean-Pascal Tricoire, suo omologo in Schneider Electric. E proprio le due società stanno già collaborando per accelerare la transizione verso la neutralità delle emissioni in 100 città entro il 2030.

“La crisi causata dalla pandemia rende ancor più evidente l’importanza delle partnership globali, negli sforzi volti a rendere le città più sostenibili, inclusive e resilienti – ha dichiarato Jean-Pascal Tricoire -. Per ridurre le emissioni delle città bisogna intervenire con urgenza. Si tratta di raggiungere un obiettivo ambizioso, e questo richiede la collaborazione di tutti gli stakeholder, operatori pubblici e privati, imprese e cittadini. Il rapporto indica la strada per raggiungere in modo realistico un’efficienza sistemica e come ciascuno di noi possa dare il proprio contributo”.

Lo studio individua quattro grandi linee d’intervento per abbattere le emissioni inquinanti dei centri urbani ed accelerare quindi il processo di decarbonizzazione. È innanzitutto necessario migliorare i meccanismi di distribuzione energetica sul territorio e l’efficienza nei relativi consumi. Occorre poi gestire al meglio la domanda d’energia in termini di prezzo, flussi temporali e rapidità di soddisfazione. Per quanto riguarda la mobilità, bisogna procedere con una decisa elettrificazione del parco veicoli privato e della flotta di mezzi pubblici. E sempre in relazione all’abbattimento del consumo dei combustibili fossili, va accelerato il processo di sostituzione delle vecchie caldaie e condizionatori con apparecchi di nuova generazione.

“Per assicurare una positiva transizione energetica – ha sottolineato Francesco Starace -, dobbiamo collaborare, invitando le amministrazioni pubbliche locali e nazionali, gli operatori del settore privato e la società civile ad adottare un’agenda comune di riduzione delle emissioni. Enel vuole contribuire allo sviluppo di una visione urbana sostenibile per il futuro collaborando con partner globali per integrare elettrificazione, tecnologie digitali intelligenti ed edifici e infrastrutture efficienti”.