Innovazione digitale, cercansi urgentemente progetti per oltre due miliardi

8 Luglio 2019 Smart Building Italia


L’Italia rischia di dover rinunciare a circa due miliardi di euro di contributi europei destinati all’innovazione digitale, ragione per la quale Confindustria si mobilita, annunciando per il 16 luglio prossimo il lancio di uno specifico piano di salvataggio.

L’allarme nasce dai risultati di uno studio di Confindustria Digitale sullo stato dell’arte del finanziamento di tre miliardi e cento milioni di euro a suo tempo destinato dall’Unione Europea al nostro Paese per aggiornare in senso Smart tecnologie e strumenti del Sistema Italia nel periodo 2014-2020. Il problema nasce dal fatto che, come accertato dal report, nell’aprile del 2019, a circa diciotto mesi dalla fine dei sei anni previsti, in relazione a quei tre miliardi e cento milioni sono stati presentati 16mila586 progetti, per un ammontare virtuale di due miliardi e cento milioni di euro. Ma al miliardo di euro ancora inutilizzato va aggiunto il miliardo e mezzo relativo a un 66% dei progetti presentati, in parte nemmeno avviati e in parte ancora lontani da una piena fase operativa.

Sulla carta idee chiare non mancano, e lo si evince dalle finalità dei progetti presentati: acquisto di beni tecnologici, investimenti in banda larga, sviluppo dell’e-commerce. Latita però un’organizzazione, prima ancora che una volontà, necessaria per realizzarli. Motivo per cui Confindustria Digitale da una parte appronta il piano di salvataggio del finanziamento europeo, annunciandone la presentazione per il 16 luglio, e dall’altra sollecita di incardinare la digitalizzazione in un apposito dipartimento della presidenza del consiglio.

Correre ai ripari nel modo più virtuoso, e con concrete prospettive sul futuro, risulta indispensabile per l’Italia, soprattutto per mantenere un suo assetto competitivo in vista di scadenze ormai imminenti, a cominciare dal varo di Horizon 2020, piano dell’Unione Europea finalizzato a erogare 100 miliardi di euro, nel settennato 2021-2027 a vantaggio – importante sottolineatura – “di un miglioramento della competitività industriale e di un maggior coinvolgimento dei cittadini”.