Il Manifesto di Piediluco per la trasformazione digitale del Paese

17 Ottobre 2022 Angela


Manager ed esperti hanno firmato il documento che traccia un percorso per la “trasformazione 5.0” delle imprese e della PA

Dal DIGITALmeet, il festival su alfabetizzazione digitale per cittadini e imprese che si svolge in Umbria, arriva il Manifesto di Piediluco, ovvero un documento che indica le linee programmatiche per sostenere la trasformazione digitale del Paese, “agendo sulla diffusione delle tecnologie e sullo sviluppo delle competenze digitali per tutte le fasce della popolazione”. Lunga la lista dei firmatari, soprattutto manager ma anche docenti ed esperti del settore: Paolo Gubitta, direttore scientifico Osservatorio Professioni Digitali; Alessandro Pieroni, customer success account manager Microsoft; Niccolò Stramboglis, data scientist InfoCamere; Walter Fraccaro, presidente SaiHub; Giovanni Pergola, cio Infosfera; Alessandro Bove, presidente Fondazione Ingegneri di Padova; Michele Da Rold, cso Larin Group; Elisa Bonino, event manager 2022; Gianni Potti, founder DIGITALmeet e presidente Fondazione Comunica; Mariano Gattafoni, ceo Btree; Lorenzo Rossi, content manager Larin Group.

Premessa e “Vision”

La premessa del Manifesto è che gli eventi più recenti, dalla pandemia alle crescenti tensioni geopolitiche, hanno lasciato dei segni profondi: “Le logiche economiche, sociali, trasformative che erano in corso hanno subito un cambiamento radicale e significativo”. In particolare, “la nuova sfida riguarda quella che è definita come Industria 5.0 dove al centro del lavoro e dello sviluppo si mette la persona umana, non più solo la macchina e la tecnologia. La trasformazione 5.0 accende nuove sfide per le imprese e la PA: sapersi ridisegnare in un mondo con i contorni sempre meno definiti e dove la certezza è stata sostituita da una probabilità”.

Ne consegue quella che nel documento viene definita come la “Vision”, vale a dire ciò che i promotori del Manifesto si aspettano per i prossimi anni, con la previsione di un riordino delle norme relative al lavoro, all’impresa, unito alla possibilità di costruire modelli sociali e di supporto locale alle famiglie. E nell’arco temporale di 5-10 anni ci sarà un utilizzo massiccio dell’Intelligenza Artificiale (AI) “che sarà pervasiva ed andrà a costituire una vera e propria AI Economy con connesse le tematiche relative alla rotazione, con perdita, dei posti di lavoro e la competitività delle grandissime imprese del digitale a scapito della PMI che è la base dell’impresa italiana”. Altro elemento forte sarà il cambiamento del sistema educativo propiziato dall’evoluzione digitale con “l’obiettivo di passare dall’educazione di massa ad una educazione su misura per ogni studentessa e studente”.

I punti del Manifesto

Arriviamo così ai sette punti indicati nel Manifesto di Piediluco:

  • La Digital Transformation, assieme ai fondi del PNRR, porta a un investimento nella trasformazione digitale dei borghi italiani rendendoli appetibili per le famiglie e i giovani. Piccoli e grandi borghi diventano luoghi dove è possibile trovare un’offerta culturale e sociale che attrae persone professionalmente qualificate che possono svolgere la loro attività da remoto. La valorizzazione del territorio si ottiene creando una smart land sostenibile.
  • Le politiche ESG per le aziende e amministrazioni pubbliche si potenziano anche con le tecnologie digitali (banda larga, data center e ambienti di sviluppo adeguati) e con la diffusione di processi produttivi e di consumo ispirati all’economia circolare.
  • L’accesso e l’uso quotidiano della tecnologia deve essere reso semplice per tutte le fasce sociali.
  • L’innovazione digitale guida la trasformazione del modello economico e richiede strategie per lo sviluppo di competenze che devono essere oggetto di attività formative nelle scuole, nelle università e nelle amministrazioni pubbliche
  • In questo quadro è indispensabile lo sviluppo di rapporti con associazioni, enti, organizzazioni, università, imprese, per mantenere il legame tra avanzamento tecnologico e comunità.
  • La diffusione dello smart working presso lavoratori e lavoratrici, imprese e pubblica amministrazione, richiede lo sviluppo di condizioni e servizi adeguati in grado di favorire la work-life balance.
  • Le sfide dell’innovazione richiedono l’adeguamento delle competenze nel tempo e per tutte le fasce di età, ottenibile riprogettando la filiera scolastica formativa e investendo nel life-long learning.