Fonti rinnovabili italiane, luci e ombre nel rapporto GreenItaly 2023

11 Dicembre 2023 Marco Ventimiglia


Il settore prosegue la crescita occupazionale e comprende più di 20mila aziende, ma l’apporto alla soddisfazione del fabbisogno elettrico è in stallo

Diciamo che si trattasse di un controllo medico generale, il dottore ci darebbe un nuovo appuntamento non prima di averci prescritto un’ampia serie di esami per capire meglio le cose che non vanno… È un po’ questo il senso dell’ultimo rapporto GreenItaly che mette in luce pregi e difetti della transizione energetica nazionale. Un’analisi molto ampia giunta ormai alla sua quattordicesima edizione, realizzata da Fondazione Symbola e Unioncamere in collaborazione con Conai, Ecopneus, Novamont e European Climate Foundation.

Come tradisce il suo nome, la parte più significativa dell’indagine riguarda l’incidenza delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico del nostro Paese. Argomento dal quale, accanto ad elementi di indubbia positività, emergono anche fattori di criticità per i quali, tornando al paragone sanitario di partenza, occorrono diagnosi e cure appropriate.

Espansione dell’occupazione

Cominciamo da quello che resta un elemento di grande forza nel comparto delle rinnovabili, ovvero l’andamento dell’occupazione. Infatti, la creazione di nuovi posti di lavoro è proseguita anche l’anno scorso con un incremento del 4,1% dei cosiddetti green jobs rispetto al 2021, il che porta a 3 milioni e 222mila unità il totale dei lavoratori che operano nel settore. E risulta aumentata anche l’incidenza dei green jobs sul totale dell’occupazione, con il 13,9% degli occupati che l’anno scorso svolgeva questo tipo di attività (+0,2 punti percentuali rispetto al 13,7% del 2021).

Per quanto attiene alle imprese, quelle attive e potenzialmente attive nella filiera delle rinnovabili sono 21.378, caratterizzate da una dimensione media di 13,4 addetti, valori superiori di 3,6 volte rispetto alla totalità delle imprese extra-agricole. La distribuzione per grandi settori delle aziende “verdi” fa emergere le attività di Installazione e Manutenzione (44,1%), Commercio (14,1%), Manifattura (11,2%), Produzione e Distribuzione di energia (7,2%), nonché Consulenza, Collaudo e Monitoraggio (7,1%).

Sintomi da non trascurare

Fin qui è la descrizione di un settore, quello delle rinnovabili, che appare in buono stato di salute, ma, come detto, ci sono anche dei sintomi che non vanno trascurati. La cornice nella quale collocare l’andamento delle rinnovabili è quella del fabbisogno di energia elettrica che l’anno scorso in Italia è stato pari a 316,8 miliardi di chilowattora, con una flessione dell’1% rispetto al 2021. E qui emerge un dato allarmante perché le fonti green hanno coperto complessivamente il 31,1% del fabbisogno, vale a dire la peggiore incidenza percentuale degli ultimi dieci anni, con un crollo addirittura del 6% rispetto allo stesso dato dell’anno precedente.

Però i numeri vanno anche interpretati, ed allora si scopre che questo arretramento va imputato quasi interamente al forte calo registrato nel 2022 dalla produzione idroelettrica, a sua volta provocato dalle particolari condizioni climatiche con lunghi periodi di siccità. Non va però sottovalutato un dato di fondo più generale: anche “depurando” i numeri dagli imprevedibili sbalzi del comparto idroelettrico, l’incidenza italiana delle rinnovabili nella copertura del fabbisogno elettrico evidenzia una fase di stallo iniziata nell’ormai lontano 2013.

Fotovoltaico in crescita

Andando a guardare le dinamiche interne al settore delle fonti rinnovabili, si vede come, complice la citata flessione dell’idroelettrico, l’anno scorso per la prima volta la produzione fotovoltaica lo ha appaiato nella classifica relativa all’apporto energetico delle FER (Fonti Energia Rinnovabile). Nel dettaglio, idroelettrico e fotovoltaico figurano in vetta (rispettivamente con  il 28,4% e il 28% del totale), seguiti da eolico (20,7%), biomasse (17,4%) e geotermia (5,5%).

Il rapporto GreenItaly monitora anche l’andamento delle installazioni che nel 2022 hanno raggiunto in Italia una capacità totale rinnovabile di circa 61 GW. Ed anche qui c’è un segnale di allarme perché l’anno scorso si sono aggiunti soltanto 3 GW di nuove installazioni. La suddivisione dell’installato evidenzia 25 GW di fotovoltaico, 12 GW di eolico, 19 GW di idroelettrico e 5 GW tra geotermoelettrico e bioenergie. A livello regionale, in testa si trova la Lombardia, con quasi 10 GW (di cui oltre la metà da idroelettrico), seguita a distanza dalla Puglia con 6,5 GW e dal Piemonte con 5,5 GW.

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.