Nel Decreto Energia c’è spazio per le fonti rinnovabili

23 Febbraio 2024 Marco Ventimiglia


Già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il provvedimento prevede un fondo regionale per lo sviluppo delle rinnovabili e incentivi all’eolico offshore

Come accade non di rado nel nostro Paese, anche il Decreto Energia pubblicato recentemente in Gazzetta Ufficiale è un testo molto variegato, contenente “disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023”.

La parte del provvedimento dedicata alle fonti rinnovabili si integra nella strategia di fondo volta ad accelerare la transizione energetica con l’affrancamento dalle fonti fossili e climalteranti. In particolare, viene sottolineata “l’esigenza di promuovere e accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia elettrica, in conformità al Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC)”.

Fondo pluriennale per le regioni

La misura più significativa è relativa alla creazione di un fondo a favore delle regioni, nel limite di 200 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032, istituito “per finalità di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale”. Le risorse arriveranno da una quota dei proventi delle aste delle quote di emissione di anidride carbonica, che sono di competenza del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).

A conti fatti, il fondo garantirà quasi due miliardi di euro nel periodo di riferimento, soldi che le regioni potranno impiegare a copertura dei provvedimenti rivolti a favorire “la decarbonizzazione e la promozione dello sviluppo sostenibile del territorio, l’accelerazione e la digitalizzazione degli iter autorizzativi degli impianti e delle infrastrutture di rete”.

Eliminato il contributo annuo

Per un contributo che arriva ce n’è invece un altro che sparisce, almeno rispetto alla prima versione del Decreto Energia. È stato infatti cassato dal testo, poi approvato in via definitiva, un “balzello” che aveva suscitato non poche critiche. Stiamo parlando del contributo annuo, “pari a 10 euro per ogni chilowatt di potenza dell’impianto, a carico dei titolari di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di potenza superiore a 20 kW, con titolo per la costruzione degli impianti medesimi acquisito tra il 2024 e il 2030”.

L’altro aspetto del provvedimento, in tema di rinnovabili, meritevole d’attenzione riguarda il comparto dell’eolico offshore. Infatti, al fine di promuovere misure finalizzate al raggiungimento dell’autonomia energetica nazionale e di sostenere gli investimenti nelle aree del Mezzogiorno, il testo prevede “la creazione di un polo strategico nazionale nel settore della progettazione, della produzione e dell’assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare”.

Le parole del ministro Pichetto Fratin

“Oggi l’Italia è più forte nelle sfide climatiche – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, dopo l’approvazione del Decreto Energia –. Il provvedimento accompagna le nostre imprese nel loro percorso di decarbonizzazione, sviluppando tante filiere di energia rinnovabile che possono aiutarci al raggiungimento dei nostri obiettivi delineati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima”.

 

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.