Il futuro tra innovazione digitale e Smart working

3 Settembre 2020 Ilaria Rebecchi


Condivisione e tecnologia: ecco le parole chiave per il domani. Priorità ad investimenti nel digitale e alle nuove modalità lavorative, perché “un problema condiviso è un problema risolto”

Il mondo del lavoro è cambiato, come la sanità, le PA e tutto ciò che prima ricordiamo tra appuntamenti in sede, riunioni con tante persone, grandi eventi e chi più ne ha più ne metta. Il perché, ovviamente, si sa, si cela sotto l’acronimo Covid19 e la sua pandemia, con conseguenti e ben note restrizioni tra distanziamento sociale e contingentamento, sicurezza e norme igieniche.

Quello che però in molti si aspettano, oggi, è che non si torni più indietro.
Almeno questo è quanto delinea la banca d’affari più conosciuta al mondo, Goldman Sachs, che vede nel post-emergenza sanitaria l’occasione (d’oro) per puntare tutto sul digitale, complice soprattutto la nuova e dilagante modalità lavorativa che ci vede tutti, bene o male, coinvolti: lo smart working.

Goldman Sachs ha infatti divulgato una recente analisi sui trend a lungo termine e su quelli prossimi ad esaurirsi, post emergenza, “nella convinzione che gli investitori che guardano al lungo termine  – si legge in una nota – debbano focalizzarsi sulla distinzione tra i temi che riflettono trend momentanei e quelli che invece prefigurano il futuro”.
Per Goldman Sachs il nuovo modello sanitario, più digitalizzato, e il mondo della telemedicina e dello smart working in generale, insieme alla digital transformation ben nota ai più giovani, all’attenzione alle politiche green e sociali (fattore ESG) non potranno che influenzare nel tempo e sempre più scelte e mercati.

Primo posto tra i settori nei quali conviene ora guardare con attenzione al futuro è quello della sanità, prioritario per gli analisti negli interessi della politica anche dopo la scoperta e la diffusione di un papabile vaccino anti-virus, tra nuovi farmaci, medicina di precisione e grandi innovazioni tecnologiche ad alimentare e modificare per sempre il settore.
E poi i benefici dello smart working (ne abbiamo parlato approfonditamente in più occasioni – ad esempio QUI e QUI), i cui benefici in termini di produttività ed efficienza operativa già stanno incoraggiato l’adozione di questo sistema in maniera crescente e anche in ambiti che fino a prima del lockdown, anche in Italia, non lo prendevano in considerazione. Per gli esperti in questo campo risiedono potenziali di investimento in società in grado di creare condizioni di lavoro da remoto efficienti per i ‘knowledge workers’, e cioè i lavoratori che usano strumenti tecnologici almeno un’ora al giorno e che sono circa 1,25 miliardi di persone in tutto il mondo, ampliano così opportunità di investimento tra desktop virtuali, firme digitali, cloud computing e connessioni in banda larga.

I Millennial giocheranno sempre più un ruolo determinante in tal senso, tra scelta dell’e-commerce e dell’e-learning e di sistemi nel manifatturiero votati all’automazione e alla robotica. La direzione è quella di un nuovo contratto sociale, all’insegna del fatto che un problema condiviso è un problema risolto. Le aziende diventeranno parte della soluzione alle sfide globali attuali, che comprendono la discriminazione razziale, la disuguaglianza strutturale, e il cambiamento climatico. Un approccio condiviso alla soluzione di questi problemi può portare il mondo sul sentiero di una crescita più ‘pulita’, equa e sostenibile, man mano che ci si lascia alle spalle la recessione indotta dal virus. Per identificare le aziende meglio posizionate su questo percorso aiutano l’investitore i fattori Esg, sia in termini di vantaggio competitivo che di rischi.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.